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Dogfulness, cosa ci insegna un cane in casa

Dogfulness, cosa ci insegna un cane in casa

Dal 'possesso' all'accoglienza, per una nuova sociologia della famiglia che include Fido

07 marzo 2023, 15:41

di Agnese Ferrara

ANSACheck

Un padre con i figli e il loro cane foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un padre con i figli e il loro cane foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un padre con i figli e il loro cane foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci amano incondizionatamente, non ci giudicano dalla etnia, ci dimostrano affetto e gratitudine gratis e non si offendono facilmente. Noi facciamo lo stesso con i nostri cani? Gli italiani accolgono nelle loro case oltre 13.000 cani (stime al 2022 dai microchip-Oipa) e le famiglie stanno modificando le dinamiche dei rapporti tra componenti con lo ‘zampino’ dei loro animali domestici.
Siamo consapevoli del supporto che gli amici a quattro zampe ci regalano? Avere un cane in casa aiuta a stare meglio, tenendo alto l’umore, distraendoci e facendo diminuire ansia e tensioni. I benefici ‘canini’ sono tali che da qualche anno si comincia a parlare di dogfulness, ovvero come i nostri animali di casa ci insegnano la mindfulness, pratica di meditazione che ci aiuta a vivere il momento e a rilassarci. E le dinamiche nelle famiglie dotate di animali domestici stanno cambiando profondamente tanto che ora la scienza le studia per capire i nuovi intrecci nei rapporti tra esseri umani e fido. “Il gioco con il proprio cane è la medicina più grande, idem la reciprocità nel condividere felicità e allegria, - precisa Paolo Valentino, scrittore che vive con due cani e due gatti e, dopo ‘Il metodo catfullness, la felicità insegnata da un gatto’ ha scritto recentemente il volumetto ‘Lezioni di Dogfulness. La gioia di vivere insegnata da un cane’ (Mondadori editore). “Se con i gatti si impara a vivere l’esistenza in maniera meditativa, con i cani si impara a morderla, ma senza mai farti male e senza mai dimenticare la meditazione”, precisa Valentino.
Con esempi frequenti nelle famiglie che ospitano i cani, lo scrittore fa riflettere anche sui piccoli incidenti provocati dai quadrupedi: dalle pantofole mangiucchiate alle penne biro sgranocchiate ai libri strappati e fatti coriandoli che in fondo sono cose di poco conto mentre i sorrisi strappati nel vedere questo tipo di scene è impagabile. E che le leccate e le zampate nel rivederci tornare a casa sono benefiche e che disubbidire ogni tanto (come fanno i nostri cani) significa anche concedersi sgarri benefici per evadere ogni tanto dalle regole rigide che noi umani viviamo ogni giorno. E che i cani che si ritrovano insieme al parco giochino tutti insieme a prescindere dalla razza è anche un insegnamento per gli esseri umani, ad esempio.
E se noi impariamo molto da Fido tanto da modificare le nostre abitudini in famiglia, è suo diritto permettergli uno scambio di felicità, spiega Valentino elencando cinque principi di base come non lasciarlo solo a casa per ore ed ore (se dove si va i cani non sono bene accetti, non sono luoghi in cui vale la pena di andare), portarlo almeno una volta alla settimana in una area cani per lasciarlo libero di correre, esplorare e giocare senza giunzaglio. Inoltre proteggerlo nelle giornate molto fredde o sotto il sole cocente estivo, dare i ‘premietti’ anche ai cani adulti ed anziani (non solo ai cuccioli). Infine parlargli dolcemente senza strapazzarlo troppo (sarà più dolce anche Fido).
Insomma chi ospita nella propria famiglia un cane avrà molte opportunità di crescita e di felicità in più tanto da essere anche oggetto di nuove ricerche sociologiche. Alcuni cambiamenti a cui i cani ci sottopongono in casa infatti, pare stiano diventando parte integrante della nostra stessa vita, a cui non si può più fare a meno, attesta una mega review condotta dai sociologi del Chargé de Recherche en sociologie, dell’ INRA di Parigi con il Centre National de la Recherche Scientifique dell’università Lione e di Lisbona, raccolta recentemente nel volume ‘Enfances Familles Générations’. Gli autori rispondono ad alcune domande cardine come cosa possono dirci gli animali sui rapporti familiari? In che modo sono entità costitutive di quella che oggi viene considerata una "famiglia"? Come sono integrati in modo molto specifico nelle case? Sono considerati “familiari”? “La presenza di un cane in casa dà luogo a una serie di meravigliosi scambi che rivelano molto su ciò che unisce e divide la famiglia stessa, - spiegano gli autori che si ripromettono di studiare, per la prima volta, queste dinamiche. - Non tutte queste domande hanno oggi ancora una risposta, principalmente perché l'argomento è relativamente nuovo. Tuttavia gli articoli che abbiamo raccolto ci consentono di mettere in luce le questioni scientifiche legate all'analisi del posto degli animali nella famiglia, per avviare e consolidare un dialogo tra la sociologia dell'uomo-animale e perciò una nuova forma di sociologia della famiglia che includa anche i più fedeli amici dell’uomo”. Dal ‘possesso’ di un cane siamo passati all’accoglienza, all’adozione e all’integrazione dell’amato quadrupede nella famiglia, facendogli spazio anche nel proprio letto, si legge nel report. Altri studi cercano ad esempio di capire fino a che punto l'integrazione degli animali nelle famiglie sia un processo di sostituzione di un membro umano della famiglia (padre/madre, fratello/sorella, coniuge) con un animale domestico. “Questa tesi della sostituzione scaturisce da situazioni in cui l'animale è costruito come equivalente dell'umano e che sono caratterizzate da un'assenza o, più comunemente, da un vuoto che l'animale è chiamato a colmare completamente, a volte non sempre con successo”. Insomma Fido ha preso posto in casa e le famiglie stanno cambiando con la sua presenza, ora la scienza vuole studiare queste nuove dinamiche. “L'obiettivo è quello di sviluppare una vera e propria sociologia dei rapporti famiglia/animale”, concludono gli autori.

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